Disponibile da adesso in poi !

MARC PINARDEL (Paris) CD-1109 VDE-GALLO, Lausanne (Svizzeria)

L’organo di MOUZON (1725-1991)

Preludio: "ancora un pastiche senza interesse…", mi trasmetteva con un certo sprezzo un celebre musicologo e giornalista francese, una decina d’anni or sono, in occasione della ricostruzione dello strumento. Dall’ottobre 1991 (data del concerto inaugurale tenuto da Olivier Latry), fino ai nostri giorni, questo "pastiche" ha suscitato un vivo interesse e perfino entusiasmato un numero considerevole di ascoltatori e musicisti venuti da ogni parte d’Europa, ha promosso una settantina di concerti pubblici e qualche concerto privato, ha attirato una moltitudine di visitatori alla cantoria, ha consentito la registrazione di 7 incisioni discografiche, conosciute e apprezzate nel mondo: 3 CD di musica francese: "Au fil du motet", J-J Beauvarlet-Charpentier e Dandrieu; 2 CD J. S. Bach (il primo e l’ultimo album: "L’arte della fuga"); 1 CD consacrato alla danza dal Medioevo a Béla Bartók…

Specificità di questo strumento. Se ci si accontenta di leggere la composizione, vale a dire l’elenco e l’esatta collocazione dei registri, constateremo che abbiamo a che fare con uno strumento propriamente detto alla "francese" senza compromessi. Ritroviamo l’autore Christophe Moucherel sulla carta: "4 tastiere e pedaliera, un grande otto piedi con Bordone di 16’…", un importante corpo sonoro di Eco comprendente ben 7 registri indipendenti, felice retaggio del XVII secolo, e che presenta le 3 famiglie: un piccolo ripieno; Bordone, Nazardo, Tierce, Musetta (registro ad ancia consistente in un Cromorno di misura molto stretta). Uno sportello apribile, collocato sopra le tastiere, permette di suonare questo corpo sonoro a mo’ di Brustwerk o Pettorale alla tedesca. Niente di più sorprendente se pensiamo che Moucherel ha appreso l’Arte presso maestri tedeschi e che conosceva altrettanto bene l’organaria francese, tedesca e fiamminga dell’epoca.

Pertanto se le tastiere del grand’Organo, Positivo ed Eco sono state riportate nella disposizione d’origine, bisogna sapere che qualche aggiunta di un certo valore, ha interessato questo strumento, senza peraltro comportare alcun tipo di rottura di stile: 50 note per le tastiere principali (G.O. e Positivo) anziché 48, 32 note per il Recitativo al posto delle 27 indicate, 39 per l’Eco, ed infine 27 per la Pedaliera in aggiunta alla primitiva estensione di 24 note reali. Grand’Organo e Positivo si estendono fino al re50 senza primo do# esattamente come ad Albi, il Recitativo scende al 2° sol, l’Eco al 2° do, e al Pedale vengono aggiunte i do #, re e mi nell’acuto. Ecco dunque, per quanto riguarda l’estensione di ciascuna tastiera… rispettando al massimo le misure originali della cassa e l’ampiezza della finestra relativa alla "console".

Alcuni registri significativi sono stati aggiunti a Mouzon: al Cornetto del Recitativo sono stati affiancati 1 Tromba e l’Oboe (come ad Albi). Al Pedale si è aggiunto un flauto di 16’ e una Bombarda. Originariamente la Pedaliera di Moucherel iniziava dal fa0 al fa2, con Flauto di 12’ e 6’, Tromba e Clarone: non è stato possibile mantenere questa disposizione. Evidentemente, la ricostruzione quasi integrale, permette qualche licenza purchè si rispetti lo stile e la cassa armonica conservata. Rimanevano di Moucherel, oltre allo splendido "mobile" intagliato, mirabile esempio di espressione barocca, qualche elemento della trasmissione meccanica (tiranti e rulli in legno), i Flauti in legno del Pedale con i relativi somieri e … 5 piccole canne in stagno del ripieno. Barthélémy Formentelli che a suo tempo aveva portato a termine il restauro del grande capolavoro conservato nella Cattedrale di Albi, ha potuto riconoscere l’impronta del maestro osservando con estrema cura la realizzazione delle saldature. La rimanenza dei somieri è andata definitivamente perduta quando Déjardin, restaurando lo strumento verso il 1870, rimise l’organo secondo il gusto corrente, vale a dire nello stile sinfonico, mentre le canne di metallo vennero successivamente confiscate dalle truppe tedesche nel 1917… per essere trasformate in pallottole.

Ecco dunque per quanto riguarda la disposizione. Ma tutto ciò non basta a caratterizzare l’organo francese o l’organo propriamente detto barocco. Quanti strumenti definiti barocchi – dove ogni registro dovrebbe essere dotato della propria personalità e poter così dialogare con gli altri – si rivelano in realtà al meglio della loro forma in un opera di César Franck, oppure non fanno altro che "miagolare negli angoli", per riprendere un’espressione cara a Bernard Aubertin, oppure, in altri casi, imitano convenientemente l’organo elettrico propriamente detto di tipo classico o church organ! Il nome dei registri non basta, bisogna sapere dare loro l’ARMONIA STRUMENTALE che conviene… operazione alquanto difficile da compiere.

In laboratorio: tutto deve essere realizzato artigianalmente secondo le migliori regole dell’Arte. Per Mouzon, Dom Bèdos è stato il massimo riferimento senza alcuna concessione. Sarebbe troppo lungo menzionarne tutte le caratteristiche mentre una attenta lettura del suo trattato "l’Art du Facteur d’Orgues" (1766), s’impone. Citiamo ad esempio per lo stagno: fusione del metallo in laboratorio, in generale al 95%, piallatura a mano, forgiatura al maglio meccanico, realizzazione delle anime in piombo a spigolo vivo e trattamento senza denti. Per le ance: linguette in ottone "gratté" damascato, ritagliate e limate a mano, grucce in ferro, cunei in legno di noce.

Manticeria cuneiforme con canalizzazioni in legno doppiamente rivestite di pergamena (interno - esterno), tubi portavento in piombo. Somieri, tastiere e trasmissioni meccaniche realizzati con materiali nobili del nostro paese lavorati come all’epoca.

In cantoria: l’organaro per la prima volta, dà la pronuncia e il suono a tutto lo strumento. Questo consiste in una lunga e difficile operazione di messa in armonia, indispensabile ed allo stesso tempo molto appassionante – che ha impegnato a Mouzon 4 persone per la durata di tre mesi molto intensi – logica conseguenza di un lavoro puramente artigianale condotto in bottega, e che l’organaro deve saper magnificare, cosa che richiede non solo una lunga pratica ma anche un gusto deciso e una particolare inclinazione per la poetica strumentale: apertura delle bocche in loco sempre in funzione diretta dello stile, della forza del vento e della risonanza acustica del luogo entro cui è collocata l’opera; lavorazione delle ance in particolar modo delle linguette. Ancora una volta non si tratta di un "savoir-faire" definitivo e ripetitivo, ma decisamente di una CREAZIONE ogni volta rinnovata, seguita dai rischi e dalle soddisfazioni che questa presuppone.

Per lo stile, la referenza a Mouzon, è stata ancora una volta, non solo la figura del celebre Dom Bédos, ma anche Albi (1734) e qualche vestigio: 75 mm alla colonna d’acqua, bocche leggermente più alte della consuetudine, la di riferimento a 392, temperamento inequabile a tre terze pure. I registri del principale seguono una taglia abbastanza "grossa": le circonferenze sono state ritrovate sotto forma di disegno al compasso e tracciate a punta secca sulla superficie interna dei pannelli del basamento inferiore riconducibili alla mano di Moucherel. Questa armonia strumentale praticata tale e quale quella dell’epoca, cioè con anima a profilo tagliente, piedi ben aperti, luci larghe, permette di ottenere una pronuncia ideale, chiara, netta, consistente e, congiuntamente, un timbro affermato e ricco di armoniche naturali. Certo, chi esige da parte dell’organo a canne la cosiddetta "perfezione" del suono che deve essere "trattato" senza alcun tipo di "rumore parassita" (terminologia usata dai più grandi specialisti dell’acustica), e la perfetta "omogeneizzazione" di tutte le note, questa armonia umana, senza dubbio molto più difficile da ottenere, non verrà soddisfatto. In compenso, che vita, che natura, che carattere possiede invece questo suono! Su questo concetto, un numero sempre maggiore di organisti e di ascoltatori, anche neofiti, non si sbagliano più….

Marc Pinardel

Prélude: "Egli è incontestabilmente il più grande organista francese della sua generazione", scriveva recentemente un impresario, parlandomi del suo rampollo. Personalmente non contesto, ma oserei tuttavia azzardare 3 domande: come si può obiettivamente valutare la grandezza? Perché poi limitarsi ai confini del nostro Paese? Quale è l’interesse di dividere le generazioni?…

Marc: non è né il più grande, né il più diplomato, né il più celebre, né il più registrato, né il più richiesto. E’ un ragazzo semplice, lavoratore indefesso quando vuole, dotato di un senso innato per l’umorismo e la derisione, serioso quando serve, modesto, tenace, fedele alla amicizia, marito premuroso e due volte padre adorabile. Cosa chiedere di più? Si, una passione ardente per l’improvvisazione e la musica sotto tutte le sue forme: classica, jazz, varietà… Marc, titolare del grande organo di Notre-Dame de Grâce de Passy (Paris), è altrettanto valente organista liturgico quanto ottimo pianista da bar presso Maxim’s. Ma la passione di "fare la musica che gli piace" risale a quando frequentava il Conservatorio di Reims; il suo maestro Arsène Muzerelle si lamentava: "allievo molto dotato e promettente ma che agisce sempre di testa sua…". Il risultato è sorprendente: Marc oggi improvvisa in tutti gli stili compreso il suo. Da giovane si era più volte promesso di domare il difficile esercizio della sonata in Trio: così avvenne. A Mouzon, Marc si è trovato ben ambientato: erano presenti Pascale Rouet che registrava in simultanea, Vincent Paulet e Christophe Marchand, entrambi compositori, il sottoscritto, una solida passione e molta amicizia, in un clima dettato dal buon umore; condizione ideale per sentirsi a proprio agio, disponibile e … poter gustare da fine "gourmet". Egli non applica ricette ma rispetta semplicemente le regole di uno stile, permettendosi qualche piccola trasgressione e molte fantasie per mezzo delle quali i propri amici lo riconoscono fra mille. Nel corso della registrazione, Marc ha dovuto riprendere più volte lo stesso pezzo (e qui voglio ringraziare Michel per la pazienza tenuta all’altra estremità del microfono) prima di raggiungere un risultato che fosse decoroso, poiché nel campo dell’improvvisazione, giustamente, non è previsto il montaggio. Ebbene io posso confermare che Marc non ha mai suonato due volte la stessa cosa: niente di preconfezionato, dunque.

Oltre agli stili che più predilige ha ritenuto lo strumento come principio di tutto in modo da poterlo valorizzare al meglio, di farne conoscere tutte le sfaccettature, persino quelle più imprevedibili. Il risultato è il seguente: una vera dimostrazione musicale estremamente variegata di ciò che si può fare e trasmettere con un "pastiche senza interesse". Grazie Marc.

Jean-Philippe Gélu, "Présence de l’Abbatiale"

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Incidere un disco di improvvisazioni.

Il paradosso di fissare tutto ciò che è fluidità passeggera mi ha turbato per lungo tempo.

Eppure le fotografie delle creature che mi sono care mi commuovono, esse possiedono il profumo della vita.

Dunque…

Ecco gli attimi di queste passeggiate notturne su un filo ancorato alla prima delle note e che si svolge a mano a mano sotto i piedi.

Viaggio vertiginoso ed esaltante, guidato dalle emozioni che non lasciano spazio alle parole, linguaggio parallelo ed intimo nello stesso erratico e vettoriale.

Marc Pinardel

Traduzione: Elisabetta Gaiardoni

 

Con quest'ultimo cd, l'Associazione "Présence de l'Abbatiale" e il suo presidente Jean-Philippe Gélu hanno colpito di nuovo nel segno! L'organo Moucherel di Mouzon si presenta in tutta la sua varietà e magnificenza e Marc Pinardel lo valorizza al massimo. Chi sostiene che su di un organo alla francese non si possa eseguire Bach, resterà sorpreso dall'improvvisazione della Sonata in Trio (un vero tour de force improvvisativo...), chi pensa che un organo del settecento debba avere una letteratura limitata alzerà più volte, stupito, il sopracciglio davanti al susseguirsi di stili ed idee, i puristi si strapperanno i capelli nella "Boutade de Mouzon", ma la realtà è molto semplice: un grande organo nelle mani di un grande organista. Il resto è letteratura...

Riccardo Poleggi (titolare dell'organo Bartolomeo Formentelli della Chiesa di Santa Galla - Roma)

 

 

 

 


ROMA, Basilica S. Maria dègli Angeli e dei Martiri

Disposizione fonica dell'Organo
(Barthélémy Formentelli, anno 2000)

Settantasette registri reali e tre accessori per un totale di 5400 canne ca. distribuiti su quattro tastiere e pedaliera. Trasmissioni integralmente meccaniche per i tasti ed i registri.

GRAND'ORGANO
(II tastiera)
POSITIVO
(I tastiera)

RECITATIVO
(III tastiera)
ECO
(IV tastiera)

PEDALE

Principale 16'
Ottava 8'
Quintadecima 4'
Decimanona 2,2/3'
Vigesimaseconda 2'
Ripieno grave 5f.
Ripieno acuto 4f.
Cimbalo in terza 2f.
Bordone 16'
Flauto a fuso 8'
Gran quinta 5,1/3'
Flauto a camino 4'
Gran terza 3,1/5'
Nazardo 2,2/3'
Terza 1,3/5'
Gran Cornetto 5f. S.
Bombarda 16'
Tromba giubilare 8'
Tromba 8' Clarone 4'
Principale 8'
Ottava 4'
Quintadecima 2'
Decimanona 1,1/3"
Vigesimaseconda 1'
Ripieno grave 3f.
Ripieno acuto 2f.
Voce umana S.
Flauto di legno 8'
Flauto in VIII
Flauto in XII
Flauto in XV
Flauto in XVII
Flauto in XIX
Cornetto 5f. S.
Tromba 8'
Cromorno 8'
Clarone 4'
Corno camoscio 8'
Principale 4'
Ottava 2'
Ripieno 5f.
Sesquialtera 2f.
Voce angelica S.
Bordone 8'
Flauto aperto 8'
Flauto a cuspide 4'
Flauto in selva 2'
Flagioletto 1'
Cornetto 3f. S.
Fagotto 16'
Oboe 8'
Salmoè/Tromba 4' - 8'
Vox humana 8'
Flauto in eco 8'
Principale in eco 4'
Nazardo 2,2/3'
Ottava 2'
Cornetta 1,3/5'
Ripieno 3f.
Tromboncino 8'
Principale 16'
Ottava 8'
Quintadecima 4'
Ripieno grave 5f.
Ripieno acuto 6f.
Subbasso 16'
Flauto di legno 8'
Flauto a camino 4'
Corno di notte 2'
Cornettone 3f.
Controbombarda 32'
Bombarda 16'
Tromba I 8'
Tromba II 8'
Clarone 4'
Piva 2'

 

 


Accessori : Tremolo nel vento al Positivo - Tremolo a vento perso al Recitativo - Usignuolo
Unioni : Positivo al Grand'Organo (a cassetto) - Recitativo al Grand'Organo - Recitativo al Pedale
Pedaletti : Chiamata e Rinvio della Combinazione delle ancie - Staffa espressiva del Recitativo

Progetto : Barthélémy Formentelli, Annamaria Romagnoli, Gianfranco Di Chiara, Francesco Saverio Colamarino

Realizzazione
: Bottega Organaria B. Formentelli di Pedemonte (Verona)

Intonazione : Barthélémy e Michel Formentelli

Organizzazione : Maria Teresa e Claude Formentelli

Capo meccanica, Falegnameria e Montaggio : Fabio Bontempo

Capo cannista : Adriano Moschin

Falegnameria : Josè Sousa Oliveira, Silvio Ferrari, Gianni Tommasi, Marco Carteri, Lucio Mutinelli, Giuseppe Fontana

Organaro collaboratore : Daniel Taccini

Assistenti all'intonazione : Francesco Saverio Colamarino, Riccardo Poleggi

Calligrafia artistica : Madeleine Wulffson

Consulenti tecnici : Michele Marziale, Jean-Philippe Gélu


Giuseppe Bonatti
e la Scuola organaria
veronese - gardesana

Barthélémy e Michel Formentelli stanno ultimando il restauro di uno degli organi più significativi del barocco europeo : il Giuseppe Bonatti della chiesa di S. Tomaso Cantuariense in VERONA. Costruito nel 1716, è uno dei pochi strumenti in Italia dotato di Rückpositiv e di Brustwerk come nei paesi d'otralpe, a sottolineare come l'organaria veronese del XVIII secolo sia influenzata da quella tedesca. Sono note a tutti i veronesi le lettere WSM graffite su una cornice del basamento : fu su quest'organo infatti che il 27 dicembre 1769 si esibi ad appena 13 anni Wolfgang Amadeus Mozart - l'acronimo WSM sta per Wolfgang Salisburgensis Mozart - improvvisando alcuni brani e mandando in estasi il vasto pubblico accorso per l'occasione. I lavori, finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona, termineranno a Pasqua di quest'anno 2002. L'inaugurazione sara in autunno, con une serie di concerti, visite guidate e un convegno sull'organaria Veronese - Gardesana.

Umberto FORNI  (Verona)

 

 

ROMA :  Disposizione fonica del organo di Santa Galla  
Barthélémy Formentelli  (2004)

Ottanta registri reali e due accessori su quattro tastiere e pedaliera. Trasmissioni integralmente meccaniche per i tasti ed i registri.

 

GRAND'ORGUE 
(Italia 1860 ca)
(II tastiera)
POSITIVO
(I tastiera)
RECITATIVO
(III tastiera)
ECO
(IV tastiera)

PEDALE

1- Montre 16
2- Montre 8
3- Prestant
4- XII
5- Doublette
6- XIX
7- XXII
8- XXVI-IX
9- XXXIII-VI
10- Corno di caccia 16
11- Flûte 8
12- Flûte sop 4
13- Octavine 2
14- Cornetto chinese
15- Violino 8
16- Voce Umana 8
17- Trompette sop 16
18- Cor Anglais sop 16
19- Basson/Trompette 8
20- Violoncello 4
21- Tromboncino (?) 16 chamade
22- Clarin 8 en chamade

1- Montre 8
2- Bourdon 8
3- Salicionale 8
4- Voce Angelica sop 8
5- Prestant
6- Doublette
7- XIX
8- XXII
9- XXIV
10- XXVI-IX
11- Flûte 4
12- Nazard
13- Quarte
14- Tierce
15- Larigot
16- Piccolo
17- Sesquialtera
18- Cornet III
19- Trompette
20- Cromorne
Corno camoscio 8'
Principale 4'
Ottava 2'
Ripieno 5f.
Sesquialtera 2f.
Voce angelica S.
Bordone 8'
Flauto aperto 8'
Flauto a cuspide 4'
Flauto in selva 2'
Flagioletto 1'
Cornetto 3f. S.
Fagotto 16'
Oboe 8'
Salmoè/Tromba 4' - 8'
Vox humana 8'
Flauto in eco 8'
Principale in eco 4'
Nazardo 2,2/3'
Ottava 2'
Cornetta 1,3/5'
Ripieno 3f.
Tromboncino 8'
Principale 16'
Ottava 8'
Quintadecima 4'
Ripieno grave 5f.
Ripieno acuto 6f.
Subbasso 16'
Flauto di legno 8'
Flauto a camino 4'
Corno di notte 2'
Cornettone 3f.
Controbombarda 32'
Bombarda 16'
Tromba I 8'
Tromba II 8'
Clarone 4'
Piva 2'

 

 



Titolare dell'organo Bartolomeo Formentelli della Chiesa di Santa Galla - ROMA :
Riccardo POLEGGI

Parroco : Don FRANCO

 

Writer : Jean-Philippe Gélu : jeanphilippe.gelu(at)orgue-mouzon.org

Webmaster : Amaël Potron : potronam(at)free.fr

(at) = @


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